Decreto Salva Casa 2024: cosa dice, costi, a che serve

Decreto Salva Casa 2024

Il Decreto Salva Casa 2024, fortemente voluto dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, introduce “disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica” con l’obiettivo di sanare piccole irregolarità nelle case degli italiani e sbloccare alcune situazioni che rendono difficoltosa la compravendita di abitazioni, come la vendita della propria casa alla banca o di un immobile ereditato, solo per citare qualche esempio.

Dopo il Bonus Verde 2024, anche questo decreto, formalmente denominato Dl n. 69/2024, è stato firmato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 maggio.

Ma cosa dice il Decreto Salva Casa 2024 nello specifico? Continua a leggere per approfondire i dettagli e capire come potresti beneficiare di queste importanti novità legislative.

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Piano Salva-Casa 2024: cosa dice il Decreto

Il piano Salva Casa 2024 si pone come obiettivo quello di favorire il recupero edilizio di appartamenti e abitazioni la cui compravendita è attualmente bloccata da normative restrittive. Queste limitazioni, spesso, impediscono la vendita di proprietà a causa di lievi difformità edilizie, rendendo il mercato immobiliare meno dinamico. È importante chiarire che questo decreto non è un condono edilizio, ma interviene solo nelle casistiche di minore gravità.

Più precisamente, il Decreto Salva Casa 2024 testo, si focalizza sulle cosiddette lievi difformità, che includono:

  • Difformità formali: i quali possono derivare da incertezze interpretative della disciplina vigente, complicando la dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile;
  • Difformità edilizie: si riferiscono a interventi realizzati nel tempo dai vari proprietari senza formale autorizzazione;
  • Parziali difformità: sanabili al momento della loro realizzazione ma che ora non lo sono più a causa della normativa della “doppia conformità“.

Ma di preciso, cosa si può sanare con il Decreto Salva Casa? Grazie al Decreto sarà possibile regolarizzare, pagando una multa, tutte quelle piccole difformità edilizie che non incidono sulla struttura dell’edificio, sia all’interno che all’esterno. Ad esempio, si potranno sanare interventi come l’installazione di tende esterne, la costruzione di soppalchi, verande e l’ampliamento di finestre, rispettando gli orari di lavoro in condominio. Tuttavia, il decreto non riguarda abusi edilizi strutturali, come lo spostamento di un muro portante, solo per citare un esempio. Questa distinzione è fondamentale per comprendere l’ambito di applicazione del decreto e le sue limitazioni.

Decreto Salva Casa 2024 cambio destinazione d’uso: cosa significa

Capito il Decreto Salva Casa 2024 cosa prevede, parliamo ora delle importanti semplificazioni per il cambio di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari. Una delle principali novità riguarda gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024: il decreto stabilisce che il mancato rispetto dei parametri di altezza, distacchi, cubatura e superficie coperta non costituisce violazione edilizia, purché rientri entro specifici limiti percentuali.

Per esempio, nelle unità immobiliari con una superficie utile inferiore ai 100 metri quadrati, il mancato rispetto dei parametri previsti dal titolo abilitativo non sarà considerato una violazione, a condizione che la discrepanza rimanga entro il 5%.

Queste semplificazioni permettono una maggiore flessibilità nella gestione delle unità immobiliari, rendendo più agevole il cambio di destinazione d’uso e favorendo così il dinamismo nel mercato immobiliare.

Decreto Salva Casa 2024 costi: quanto costerà pagare le irregolarità?

Nonostante con il Piano Salva-Casa 2024 sia possibile sanare le irregolarità minori, ciò non significa che possa essere fatto in modo totalmente gratuito. Secondo il Decreto, infatti, per ottenere il condono si dovrà pagare una somma che varia dai €1000 ai quasi €31.000. Si tratta di una sanzione che sarà dunque pari al doppio dell’aumento del valore commerciale che acquisirà dell’immobile una volta terminati i rispettivi lavori. Va precisato che l’importo sarà determinato attraverso una perizia di stima ad hoc e che dovrà essere il Responsabile dell’Ufficio Comunale competente a pronunciarsi una volta inviata la domanda. Le tempistiche si aggireranno intorno ai 45 giorni: una volta terminati quelli e nel caso in cui il responsabile non dovesse pronunciarsi, varrà il silenzio assenso.

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