Mentre la primavera si fa strada con le sue temperature altalenanti insieme ad un maltempo che in questi ultimi giorni ha colpito diverse regioni da nord a sud, è emersa la necessità di attuare una Proroga Riscaldamento 2024 per molteplici città del nostro Paese.
In questo articolo esploreremo da vicino i motivi dietro questa Proroga Riscaldamento fornendo informazioni dettagliate per proprietari, amministratori condominiali e gestori di edifici pubblici.
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Proroga Riscaldamento 2024: cosa dice la normativa e il perché della proroga
In Italia, il periodo di accensione e spegnimento del riscaldamento condominiale segue solitamente le disposizioni previste dalle ordinanze comunali o regionali, le quali stabiliscono date precise per l’inizio e la fine della stagione di riscaldamento. In linea di massima, il periodo di spegnimento dei termosifoni è fissato al 15 aprile, ma questa data può variare a seconda delle normative locali.
I comuni hanno il potere di adeguare tale data in base alle condizioni climatiche del luogo. Ad esempio, nelle regioni italiane più calde, classificate nella fascia A, il riscaldamento viene spento il 15 marzo. Le fasce B e C seguono con lo spegnimento il 31 marzo, mentre le fasce D ed E prolungano il periodo di attivazione fino al 15 aprile.
Tuttavia, esiste un’eccezione: la fascia F, che include alcuni paesi della provincia di Belluno, Trento, Cuneo e altre zone appenniniche, non possiede limitazioni specifiche riguardo al periodo di spegnimento dei riscaldamenti. In questi luoghi, le decisioni vengono prese in base alle esigenze e alle caratteristiche del territorio.
Ad ogni modo, le recenti condizioni meteorologiche, caratterizzate da temperature insolitamente fredde nel Nord Italia, hanno reso necessaria una revisione di questa prassi. Vediamo in che modo.
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Proroga Riscaldamento 2024: quali sono le città interessate dalla proroga?
Diverse città italiane hanno adottato misure di Proroga Riscaldamento 2024 al fine di far fronte alle condizioni climatiche avverse. A Sondrio, la proroga è stata estesa fino al 28 aprile, permettendo un utilizzo dei riscaldamenti per sei ore e mezzo al giorno. A Bologna, la proroga è stata concessa fino al 26 aprile, con un massimo di 6 ore di utilizzo giornaliero. Chieti ha prolungato il periodo fino al primo maggio, consentendo un massimo di 6 ore di attivazione al giorno mentre Parma ha previsto l’accensione dei riscaldamenti fino al 28 aprile, per circa 6,5 ore al giorno.
Genova ha esteso il periodo fino al 30 aprile, mentre Livorno e Siena hanno consentito un utilizzo di 6 ore al giorno fino alla stessa data. Anche a Pordenone è stata concessa la proroga fino al 28 aprile, mentre L’Aquila ha esteso il periodo fino al 29 dello stesso mese. Perugia ha approvato un’estensione fino alla stessa data come misura precauzionale per le basse temperature previste mentre a Verona, la proroga è stata concessa fino al 30 aprile, permettendo un utilizzo dei riscaldamenti per 7 ore al giorno.
Infine, a Milano, nonostante il calendario prevedesse la chiusura del riscaldamento per l’8 aprile, il Comune ha riattivato gli impianti di riscaldamento nelle scuole e nelle case di edilizia residenziale pubblica, compresi i nidi, le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie.
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